Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE
E NOTIZIE - Anno XXI – 21 settembre 2024.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del
testo: BREVI INFORMAZIONI]
Sclerosi Multipla: stimolazione del
nervo tibiale per la disfunzione sessuale primaria. Dal
40% al 90% dei singoli gruppi di pazienti di sclerosi multipla (MS) studiati in
tutto il mondo soffre di disfunzione sessuale (SD), e questo disturbo ha
un impatto sulla salute mentale e sull’equilibrio psico-adattativo. Giannopapas e colleghi hanno sperimentato, in 40 affetti da
MS per la terapia della SD nella SM, la stimolazione transcutanea del nervo
tibiale (TTNS). I ricercatori hanno somministrato, prima e dopo l’intervento
terapeutico durato due mesi, il Multiple Sclerosis
Intimacy Questionnaire-15. I risultati evidenziano
miglioramenti statisticamente significativi in tutte le principali aree
interessate dalla SD, miglioramento dello stato psichico e dei problemi
vescicali, nelle donne e negli uomini. [Neurol Sci. – AOP doi: 10.1007/s10072-024-07687-2, 2024].
Il suono può accrescere nel cervello la
frequenza diminuita a causa della demenza. Con la stimolazione
sonora si possono manipolare le onde elettriche corticali durante la fase di
sonno REM, uno stadio cruciale per memoria e cognizione. Adottando una tecnologia
sofisticata, Valeria Jaramillo e colleghi sono
riusciti ad aumentare, durante il sonno REM, la frequenza delle oscillazioni
cerebrali rallentate in pazienti affetti da demenza, migliorando potenzialmente
le prestazioni in compiti di memoria. Questa tecnica non invasiva potrebbe diventare
un ausilio nel trattamento della demenza. [Cfr. Sleep – AOP doi: 10.1093/sleep/zsae193, 2024].
Il livello della tau quale indice del declino
di memoria nella malattia di Alzheimer. Gli alti livelli di
tau e Aβ portano a un più rapido declino cognitivo nei pazienti
alzheimeriani. Uno studio del Karolinska Institute ha rilevato che pazienti con
Aβ alta e tau bassa presentano una progressione più lenta della perdita di
memoria. Questo dato suggerisce un monitoraggio PET-tau che potrà migliorare il
trattamento cognitivo nella demenza degenerativa. [Cfr. Kostantinos Ioannou, et al. Molecular
Psychiatry and Karolinska Institute, Sept., 2024].
Il vero rapporto tra dimensione del
cervello e del corpo: un nuovo modello risolve ogni problema. Nel
corso dell’evoluzione il comportamento non è stato omogeneo per tutte le specie
e, anche se in alcuni casi al crescere delle dimensioni del corpo ha fatto
riscontro un proporzionale aumento di quelle del cervello, è un’assoluta
evidenza e una nozione classica di anatomia comparata che le specie di più
grande taglia hanno in proporzione un encefalo di minori dimensioni,
soprattutto se paragonate alla nostra specie. L’enorme espansione della
corteccia cerebrale di Homo sapiens, definito da Haldane “il più rapido
cambiamento conosciuto nell’evoluzione animale”, rappresenta sicuramente la
ragione di un’eccezione, ma la regola non è che animali più grandi hanno
cervelli più grandi al di fuori del filum che
va dalle antropomorfe agli ominidi.
Per risolvere secoli di controversie
sull’evoluzione delle dimensioni del cervello, ricercatori delle Università di
Reading e di Durham hanno costituito e analizzato una banca dati sulle
dimensioni di cervello e corpo di circa 1500 specie animali.
I cervelli più grandi in rapporto al
corpo sono stati messi in relazione con intelligenza, socialità e complessità
comportamentale, secondo uno stile interpretativo tradizionale. Impiegando un
nuovo modello, Chris Venditti, Rob Barthon e colleghi
hanno compreso che le complesse spiegazioni del passato non sono più necessarie:
il rapporto massa del cervello/massa del corpo segue una curva semplice
e ben definita, che in gran parte indica una proporzionale riduzione dell’encefalo
coll’aumento della massa corporea. Questa curva individua una norma e rende
semplice riconoscere le specie che rompono la “regola” generale. Come si è già
accennato, l’evoluzione del cervello di Homo sapiens, di oltre 20 volte
più rapida di quella di qualsiasi altro mammifero, rompe la regola nel modo più
evidente in assoluto. I tre gruppi con il più marcato cambiamento dimensionale
del cervello erano i primati, i roditori e i carnivori.
Tutti i gruppi di mammiferi studiati presentavano
un’evoluzione verso una taglia minore e un cervello più grande. I pipistrelli costituiscono
un caso particolare: all’inizio della loro evoluzione hanno avuto una riduzione
delle dimensioni del cervello, ma poi hanno mostrato un lentissimo livello di
cambiamento, cosa che suggerisce l’esistenza di vincoli evoluzionistici legati
alle richieste del volo. [Cfr. Nature Ecology &
Evolution AOP – doi: 10.1038/s41559-024-02451-3, July, 2024].
Claustro sincronizzatore dei
sottoprocessi corticali visivi unifica l’esperienza visiva.
Volentieri rispondiamo alla richiesta di spiegare cosa voglia dire la frase
tratta da un articolo recente da nostri lettori: “I due sistemi di legame
visivo del claustro dedotti a partire dal lavoro di Schilder”.
Dopo un danno del lobo occipitale il
modo in cui progressivamente ritorna la vista fu indagato da Schilder e altri:
prima ritorna la percezione del moto senza forma e colore, poi tornano i colori
diffusi nello spazio e non collegati agli oggetti, dopo si vedono parti di
oggetti, come il manico di una tazzina, infine si ha una sintesi di queste
componenti nella visione fisiologica. Si ritiene che nel claustro vi siano due
sistemi operativi per l’elaborazione dell’informazione visiva sviluppata in 32
aree corticali: 1) il claustro dorsolaterale elabora l’informazione
della corteccia cerebrale “inferiore” (LVC), cioè quella che riceve input
diretto dal corpo genicolato laterale; 2) il claustro ventrale elabora l’informazione
della corteccia cerebrale “superiore” (HVC) che non riceve input diretto dal
corpo genicolato laterale. Si ritiene che l’informazione del sistema LVC del
claustro sia solo visiva, mentre quella HVC sia polisensoriale. La sintesi
sarebbe operata attraverso la sincronizzazione dei processi. [BM&L-Italia,
settembre 2024].
Cinciallegra e cinciarella rivelano una
memoria eccezionale. La cinciallegra (Parus
major) e la cinciarella (Cyanistes caeruleus) note per il canto, l’indole festosa e la confidenza
nel prendere semini da mani umane, hanno abilità mnemoniche insospettate. James
R. Davies e colleghi hanno scoperto una funzione cognitiva simile alla memoria
episodica in questi passeriformi nel loro ambiente naturale. Sono in grado
di ricordare cosa hanno mangiato, dove lo hanno trovato e quando
lo hanno trovato. Gli autori dello studio hanno ipotizzato che l’uomo, che per
millenni ha lasciato semi e frutta a guscio a disposizione di questi uccelli
nei giardini, possa aver contribuito all’evoluzione di questa capacità
mnemonica. [Fonte: University of Cambridge, July-September,
2024].
Cosa accade nei conigli domestici che diventano
selvatici in ambiente selvatico? Si può pensare a un
rapido riadattamento funzionale cerebrale che ritorna ai fixed action
patterns degli antenati selvatici, ma come è possibile una cosa simile? Il
sequenziamento dei genomi di circa 300 conigli provenienti dall’Oceania, dall’Europa
e dal Sud America ha dimostrato che tutte le specie possedevano un mix di
geni di specie selvatiche domestiche e, dunque, si tratta della riattivazione
innescata dall’ambiente di wild genes divenuti
silenti nel corso dei secoli ma ancora presenti nel loro DNA. [Fonte: Texas
A&M University, July-September, 2024].
In che senso il gatto elude la fisica e
la matematica? Il Premio Nobel Frank Wilczek, fisico teorico presso il MIT, in un recente
articolo ha affermato che il teorema matematico che analizza la caduta del
gatto come un sistema meccanico fallisce per i gatti vivi e, a scanso di
equivoci, ha precisato: “Il teorema non è rilevante per i gatti biologici reali”.
Se si prende un gatto tenendolo col ventre in su e il dorso in basso e così lo
si butta giù da una finestra del secondo piano, atterrerà sulle zampe con una
acrobatica torsione, eludendo ogni previsione fisica. Infatti, se il gatto fosse
un semplice sistema meccanico che obbedisce alle leggi di Newton sul moto
atterrerebbe sul dorso, ma il suo cervello è provvisto di pattern in
grado di comandare in una frazione di secondo schemi di esecuzione neuromuscolare
per cadere sulle zampe da qualsiasi posizione di partenza. [Fonte: Scientific
American, September 2024].
Si sogna un’altra vita perché si ha
bisogno di un diverso stato mentale? Nasce spesso nell’adolescenza
e in molti rimane una chimera inseguita per tutta la vita, magari negandolo
anche a sé stessi: il desiderio di entrare in una dimensione esistenziale
diversa, senza ansie, limiti e timori, col potere di attuare e realizzare facilmente
propositi e desideri, e con la facoltà di godere a pieno della vita, rendendola
sempre nuova e affascinante.
I risultati della nostra ricerca, sviluppata
attraverso le riflessioni del Seminario sull’Arte del Vivere, indicano che il
bisogno di cambiamento di stato mentale costituisce un fattore prossimo al
livello neurobiologico elementare di fisiologia della mente e, pertanto, genericamente
all’origine di tutti i comportamenti sociali che portano a un cambiamento
qualitativo dell’esperienza cosciente, dunque nulla di specifico in relazione al
desiderio di cambiar vita, che sembra trarre origine da elaborazioni cognitive
individuali di modelli culturali di idee e pensiero, appresi e fatti propri per
vie diverse.
È dunque un costume ideativo, in gran
parte fondato su alcune credenze comuni, quali ritenere che fare la vita dei
ricchi renda felici e che questo consista prevalentemente nel possesso di beni
materiali di lusso. Quest’ultimo, è un luogo comune così universale da essere
adottato dalla pubblicità commerciale da tempo immemorabile in tutto il “villaggio
globale”. Anche se, quanto all’effetto dei beni sullo stato psichico del
soggetto, si sa che è temporaneo e va poco oltre l’attivazione neuronica
dell’effetto novità, a differenza del “valore segnale” che permane come
indicatore di status symbol.
In altri termini, il possesso dei beni genera
un effetto sulla mente soprattutto in qualità di cambiamento, indebolendosi con
l’assuefazione, fino a scomparire nell’abitudine[1].
Dunque, generalizzando questo concetto, cioè estendendolo a tutto il tenore di
vita di vip e ricchi rappresentato nei luoghi comuni, possiamo desumere
che la sua efficacia non vada molto oltre l’effetto vacanza, caratterizzabile
come conseguenza di un cambiamento che elimina le fonti di stress abituali.
In proposito, non è superfluo ricordare
che nessuno stile di vita da solo è in grado di sopprimere la potenzialità
fisiologica del nostro cervello di esprimere sofferenza.
Ma ritorniamo al desiderio di cambiare
vita. Se questa idea ha una profonda e antica radice antropologica testimoniata
da tracce documentali delle civiltà del passato, è pur vero che la sua presenza
nella letteratura contemporanea, e ancor più nella filmografia, ha una
connotazione nuova e caratteristica: non si tratta più del coraggio avventuroso
di Paul Gauguin, che il 23 marzo 1891 saluta Mallarmé e gli amici simbolisti
lasciando famiglia e lavoro per fuggire a Tahiti, ma di un gioco d’azzardo
calcolato, perché concepito barando, con astuzie fraudolente in grado di
offrire “un’altra vita” tranquilla e sicura, perché è la “vita di altri” al
posto dei quali ci si va a collocare. È ciò che si rappresenta in un
film-prototipo di questo genere: Tutta un’altra vita.
Un film del 2019 con Enrico Brignano nei
panni di un tassista che, dopo aver accompagnato all’aeroporto una coppia in
partenza per le Maldive, si accorge che i due hanno lasciato nel taxi le chiavi
della loro villa da sogno dove è parcheggiato l’ultimo modello di Lamborghini.
Il tassista assume l’identità del proprietario e, conosciuta una bellissima
donna (Ilaria Spada) che a sua volta lo inganna non rivelandogli subito di essere
una escort, comincia tutta un’altra vita. Dopo varie avventure, la donna
confessa di essere un’accompagnatrice e scopre che, quello che credeva un
miliardario, è un tassista. Il sogno sembra essersi infranto per entrambi ma,
quando un’altra coppia di ricchi dimentica la chiave della villa nel taxi, il
tassista ritorna dalla escort e i due ricominciano a giocare nella realtà il
gioco di una vita diversa.
L’epilogo suggerisce che i protagonisti
continueranno a concedersi questa speciale vacanza ogni volta che sarà
possibile. Ma non possiamo trascurare un elemento della massima importanza: la
condizione alternativa alla routine quotidiana non è una semplice evasione da
obblighi e responsabilità, perché consiste soprattutto nell’esercizio di un potere
di agire e determinare fatti ed eventi grazie ai mezzi conferiti dallo status socio-economico.
Al riguardo è opportuno un sia pur
sintetico approfondimento. È vero che la maggior parte delle persone non ha acquisito
precocemente la coscienza di poter agire e poi l’abilità di determinare il
corso degli eventi nella propria esistenza o, addirittura, di “creare la vita”,
come si dice nell’arte del vivere. Ma è pur vero che la maggior parte
delle persone sperimenta una quotidianità costituita da una serie di doveri da
compiere senza possibilità di interventi creativi o costruttivi, che nella
realtà sociale di molti richiederebbero iniziative che, direttamente o
indirettamente, presuppongono risorse economiche elevate. In altre parole, se
si eccettua una piccola minoranza, la gente sperimenta una quotidianità che disabitua
alle iniziative individuali volte a incidere positivamente sui contenuti di
esperienza.
Nell’immaginare “un’altra vita” questo potere
assume un ruolo centrale nella maggior parte degli adulti. Questo aspetto è
interessante perché ci aiuta a distinguere questo desiderio dalla generica
richiesta di cambiamento di stato mentale: non ci si accontenta di ottenere più
o meno passivamente un cambiamento dell’assetto funzionale del proprio cervello,
ma si desidera esercitare un ruolo attivo in grado di cambiare la
realtà circostante. [BM&L-Italia,
settembre 2024].
L’irrazionale nel Seicento favoriva la
credulità: il caso eccezionale del “Vecchio Parr”. Nelle
“Notule” dello scorso 29 giugno [“Il Seicento nella sua reale complessità:
stereotipi scolastici e ipersemplificazioni tradiscono la realtà (II parte)”
si veda in “Note e Notizie 29-06-24 Notule”] si è affrontata la questione della
“compromissione con l’irrazionale” della maggior parte degli scienziati del XVII
secolo, e si è discusso dell’esistenza in Inghilterra di un vero e proprio “sistema
di astrologie”, ossia un insieme organizzato di prassi, ciascuna delle quali
riportava a “volontà astrali” le cause di una categoria di vicende umane, così
da rendere le persone dei perfetti burattini nelle mani di un destino
determinato da corpi celesti (astrologia oraria, astrologia di
giudizio, astrologia naturale).
Oggi ci è stato chiesto in che modo quella
cultura potesse creare delle bias inconsapevoli nel giudizio delle
persone. Non è semplice rispondere a questa domanda, perché non è possibile la
verifica sperimentale del nesso di causalità nella mente dei personaggi protagonisti
di vicende del passato e, quindi, tutto ciò che possiamo fare è argomentare mediante
ragionevoli deduzioni.
Con l’aiuto di Monica Lanfredini abbiamo
identificato una bias, consistente nella tendenza ad accettare senza
indagare un fatto poco verosimile, quando considerato vero da un’autorità politica
o religiosa. Illustra bene questo concetto il caso straordinario e rimasto
irrisolto del “Vecchio Parr” (The Old Parr).
Thomas Parr era un anziano signore, di
cui si diceva che avesse un’ottima memoria e una salute di ferro, e per alcuni era
un monumento vivente della storia d’Inghilterra: sosteneva di ricordare in modo
vivido e dettagliato tutte le vicende occorse nel 1536, quando Enrico VIII
dichiarò lo scioglimento degli ordini che occupavano i monasteri; i suoi
racconti, caratterizzati da una ricca e minuziosa dovizia di particolari e
vicende personali di decine di protagonisti, avevano il fascino della testimonianza
oculare. Quando qualcuno gli chiedeva come fosse possibile che ricordasse
eventi di un secolo prima, lui rispondeva aggiungendo dettagli che avrebbero
consentito agli interlocutori di verificare la veridicità, chiedendo agli eredi
dei protagonisti. Re Carlo I, curioso di tutti i fenomeni insoliti che riguardavano
la natura e il corpo umano, che amava studiare sotto la guida esperta e
competente di William Harvey scopritore della circolazione del sangue[2],
ordinò che il Vecchio Parr fosse condotto da lui, per conoscerlo, interrogarlo
e studiarlo. Era il 1635.
Quando l’anziano comparve alla sua presenza,
Carlo I gli chiese quanti anni avesse, e l’uomo, senza battere ciglio, rispose:
“Centocinquantadue!”, e si affrettò ad aggiungere che
se poteva essere stato in dubbio in passato, dopo le ripetute richieste di dire
la sua età, aveva avuto la certezza consultando i documenti conservati dalle
autorità parrocchiali presso la chiesa in cui era stato battezzato[3]:
era nato nel 1483, dunque nel 1635 aveva 152 anni. Riferì di ricordare
perfettamente che a diciassette anni, nel 1500, si era arruolato nell’esercito
di Sua Maestà, e così aveva vissuto un secolo e mezzo di storia inglese.
Ecco un sintetico ritratto di Thomas
Parr in un brano di Will e Ariel Durant, che comincia da una domanda che il re gli
pose durante il primo incontro: “«Avete vissuto più degli altri uomini – disse Carlo
I – che avete fatto più di loro?» Parr rispose di aver ingravidato una ragazza
quando aveva passato i cent’anni, e di averne fatto pubblica penitenza. Si era
nutrito quasi completamente di patate, verdura, pane integrale e siero di latte,
assaggiando raramente la carne. Per qualche tempo divenne una celebrità dei
salotti e dei locali di Londra, e fu trattato così generosamente che morì entro
un anno dall’essere stato ricevuto dal re. Sir William Harvey eseguì l’autopsia.
Lo trovò esente da arteriosclerosi e diagnosticò che la morte era dovuta al
cambiamento di aria e cibo”[4].
Ciò che oggi impressiona è che i medici
dell’epoca, compreso uno scienziato del calibro di Harvey, credessero possibile
una tale longevità.
Una sottomissione psicologica all’autorità
politica e a quella religiosa – e il re Carlo I nella tradizione inglese le
incarnava entrambe – sembra una giustificazione plausibile allo sviluppo di una
tendenza non consapevole, una bias appunto, ad accettare senza indagare
ciò che è considerato vero dall’autorità. Alcuni ritengono che questa
tendenza, in termini di psicologia sociale, sia ancora presente, sia pure allo
stato di latenza, nella società britannica, e su questa base giustificano il
numero elevato di cittadini del Regno Unito che pur in possesso di titoli di
studio credono nell’omeopatia, una pratica basata sulla magia simpatetica: i
reali inglesi da sempre investono capitali nell’impresa omeopatica in tutto il
mondo e ne ricavano proventi per le casse della corona.
Ma, chi era veramente Thomas Parr?
Non abbiamo una risposta nei documenti
dell’epoca finora ritrovati, ma sembra ragionevole l’ipotesi che fosse un uomo
in età molto avanzata in difficoltà economiche che, sfruttando l’omonimia con
un nonno nato nel 1483, faceva il “fenomeno di longevità” per guadagnarsi da
vivere. [BM&L-Italia, settembre 2024].
Notule
BM&L-21 settembre 2024
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La Società Nazionale
di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience,
è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data
16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica
e culturale non-profit.
[1] L’abitudine al possesso dei beni
(ville, auto di lusso, jet privati, yacht, tenute, ecc.) ha un equivalente nell’assuefazione
a frequentazioni tipiche dei ricchi (prime di concerti, casinò, feste
esclusive, ecc.).
[2] Di questo argomento si è
occupato il nostro presidente in “Specchio della psiche e della civiltà”.
Ricordiamo come era considerata la dimostrazione della circolazione del sangue
da parte di William Harvey: “L’avvenimento più importante nella storia della
medicina dal tempo di Galeno” (Fielding Hudson Garrison, An Introduction To The History of Medicine, p. 248, W. B.
Saunders Company, London 1929).
[3] Non esistendo l’anagrafe, a
quell’epoca gli unici documenti certificanti nascita, battesimo, stato civile, ecc.,
erano rappresentati dai registri parrocchiali. La data di nascita era quella
dichiarata dai genitori al momento del battesimo.
[4] Will & Ariel Durant, Storia
della Civiltà (32 voll.), L’Avvento della Ragione (The Age of Reason Begins), (3 voll.),
vol. I, p. 192, Edito-Service S.A., Ginevra e Arnoldo Mondadori Editore, Milano
1963. Le informazioni per questo brano e le altre su Thomas Parr sono tratte da
Evan John, King Charles I, p. 153, Arthur Baker Ltd, London 1952; John
Harvey Kellogg, The New Dietetics, p. 847, The
Modern Medicine Publishing Co., Battle Creek 1921.